Un’intervista con Fernanda Pappagallo sul suo impegno per la Siria
Buonasera dalla redazione italiana di ProMosaik e.V.,
vorremmo ora presentarvi un’intervista eccezionale con la Signora Pappagallo sul suo impegno per la Siria.
Impegnarsi per la Siria signifa impegnarsi per la pace e per la giustizia.
La guerra distrugge il futuro dei bambini.
Per questo per la Siria come per il mondo l’alternativa per ProMosaik si chiama pace, empatia e rispetto.
Grazie
Dr. phil. Milena Rampoldi di ProMosaik e.V.
Dr. phil. Milena Rampoldi:
ProMosaik e.V. ritiene che le guerre non siano guerre di religione, ma lotte di potere tra gruppi rivali e grandi affari per i fabbricanti d’armi. Come vedete voi la situazione in Siria da questo punto di vista?
Fernanda Pappagallo:
La nascita della Rivoluzione Siriana mostra come non sia nata come una guerra di religione o per motivi religiosi. La Rivoluzione Siriana, come le altre rivoluzioni nel contesto delle Primavere Arabe, inizia con una semplice e sacrosanta richiesta di libertà. A metà marzo 2011, alcuni bambini, seguendo le notizie delle rivolte nei paesi arabi, scrissero sul muro della loro scuola a Dara’a slogan contro il regime. Furono arrestati e perfino torturati e la popolazione scese nelle strade per protestare in un modo pacifico, ma la risposta del regime fu una risposta violenta, con il fuoco aperto sui manifestanti disarmati e con arresti arbitrari. Dunque, non la religione ma semplicemente desiderio di libertà. Non possiamo comunque nascondere che questa guerra ha preso una connotazione religiosa quando il regime siriano si è alleato con hezbollah e con gli sciiti di Iraq/Iran/Afghanistan, portando combattenti, armi e ogni altro aiuto che un alleato può fornire. Riguardo il business delle armi, naturalmente, come in ogni conflitto ci sono interessi molto grandi da parte dei produttori di armi, i quali hanno ogni interesse che questa guerra continui, implementando i loro guadagni .. Tutto questo, sulla pelle della popolazione innocente, le più grandi vittime in ogni conflitto.
Fonte: caritas.at
Dr. phil. Milena Rampoldi:
Come ritieni che dall’estero si possa aiutare la popolazione civile in Siria?
Fernanda Pappagallo:
La popolazione siriana è duramente provata da questo silenzioso genocidio che dura ormai da 4 anni. Per aiutare concretamente la popolazione civile è possibile sostenere le associazioni che si occupano di raccogliere e distribuire (sia ai siriani in Siria che ai siriani rifugiati nei paesi circostanti) generi di prima necessità, alimenti, abiti, medicine, materiale sanitario e scolastico … Considerata la scarsa rilevanza che la situazione siriana ha per i media occidentali e la cattiva informazione fatta nella maggior parte delle occasioni, è poi utilissimo diffondere, su tutti i canali a disposizione, ciò che realmente sta accadendo in Siria sia per amore di verità e per onestà intellettuale sia per sensibilizzare circa la situazione siriana.
Fonte: Göttinger Tageblatt
Dr. phill. Milena Rampoldi:
Che cosa vi augurate per il futuro dei bambini siriani?
Fernanda Pappagallo:
Ci sono bambini che sono nati durante la guerra e non sanno cosa sia la pace; ci sono bambini che sono nati come rifugiati e una casa non sanno cosa sia, ma conoscono solo 4 “mura” fatte di tenda; ci sono bambini che non sono mai andati a scuola o che hanno dovuto forzatamente interrompere i loro studi; ci sono bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori, bambini che non conoscono uno dei genitori perchè rinchiusi nelle carceri del regime, senza che sapere della loro sorte; ci sono bambini che stano morendo di fame e freddo o per mancanza di medicine a seguito dell’assedio imposto dal regime in alcune zone come Ghouta orientale e il campo Al Yarmouk; ci sono bambini che non possono permettersi di essere bambini e che sono dovuti crescere troppo in fretta .. a loro auguro di assaporare al più presto la pace e la libertà, di vivere come bambini, di avere entrambi i genitori accanto, di avere un tetto sicuro, un piatto ad ogni pasto per riempire i loro stomaci, di essere sereni, educati e curati in modo adeguato, di poter giocare senza un aereo o un elicottero sulla testa pronto a bombardare, di andare a dormire senza avere il terrore di essere seppelliti dalle macerie della propria casa durante il sonno. A loro auguro tutto il meglio perchè tutti i bambini lo meritano, a maggior ragione i bambini siriani, che stanno patendo senza colpa alcuna.
Fonte: dpa
Dr. phil. Milena Rampoldi:
In che modo possiamo vivere la pace nel nostro piccolo per trasmettere al mondo una nuova cultura della pace e della giustizia?
Fernanda Pappagallo:
Dostoevskij diceva “Prima di predicare altrui, date voi stessi l’esempio. Sarete seguiti.” Educhiamo(ci) alla solidarietà, alla tolleranza, alla legalità; educhiamo(ci) ai diritti umani, a risolvere anche i piccoli conflitti quotidiani in modo pacifico, sensibilizziamo chi ci sta attorno, partecipiamo ad iniziative di solidarietà.
Siamo noi stessi, in prima persona, i promotori di questa nuova cultura, così chi ci circonda riconoscerà in noi il “buon esempio” da seguire.
Siamo noi stessi, in prima persona, i promotori di questa nuova cultura, così chi ci circonda riconoscerà in noi il “buon esempio” da seguire.
Fonte: Reuters
Dr. phil. Milena Rampoldi:
Come possiamo mostrare al mondo che quello che succede al momento nei paesi musulmani non ha nulla a che vedere con l’Islam autentico che è una religione della pace?
Fernanda Pappagallo:
“Il pregiudizio è figlio dell’ignoranza.” (William Hazlitt)
Parto da qui per dire che quando non si conosce qualcosa, come prima reazione, costruiamo dei muri attorno a noi, come per proteggerci da un senso di paura. Questo è quello che sta succedendo nei confronti l’Islam. Il nocciolo della questione è che non si può parlare di qualcosa che non si conosce, nè tantomeno si può giudicare .. Io di chimica, per esempio, non capisco un’acca e non mi permetterei mai di disquisire riguardo formule e composti .. ma riguardo l’Islam tutti si sentono in diritto di dire la propria e di condannare a priori oltre 1 miliardo e mezzo di fedeli, come terroristi. Il discorso è lungo ma inizierei col dire che l’Islam racchiude in sè un messaggio di pace ed amore fin dal suo significato semantico, in quanto la parola “Islam” ha la stessa radice della parola “Salam”, ovvero “Pace” .. L’idea che tuttavia ne deriva attraverso i media occidentali è un’idea del tutto distorta, per merito (o meglio demerito) di una serie di concetti erroneamente diffusi e di una serie di azioni messe in atto da criminali, autoproclamatisi “musulmani/islamici”, ma che nulla hanno a che vedere con i musulmani .. In particolare, riguardo le guerre, per l’Islam c’è l’obbligo di un buon comportamento nei confronti dei prigionieri di guerra. Vi pare mai che un credente, timorato, che conosce almeno i concetti basilari della propria religione, si metta a compiere atti così crudeli, e per lo più in nome di Dio ? Ma come è mai possibile che uno “stato” che si proclama “islamico” non conosca le basi della religione alla quale dice di fare riferimento ? Oltretutto, bisogna sottolinearlo proprio perchè i media non lo fanno, il maggior numero delle loro vittime è proprio tra i musulmani, solo che delle loro storie e delle loro morti non ne parla nessuno, non ci sono parole di pietà nè servizi giornalistici. Queste barbarie non sono contemplate dall’Islam e, per questo motivo, non è corretto chiedere ogni volta ad una comunità di credenti di dissociarsi da qualcosa che non esiste secondo la propria religione.
http://promosaik.blogspot.com.tr/2015/02/unintervista-con-fernanda-pappagallo.html