Traduzioni per i diritti umani: un’intervista con Leopoldo Salmaso

di Milena Rampoldi, ProMosaik e.V. – Qui di seguito la mia intervista con Leopoldo Salmaso sull’importanza della traduzione per i diritti umani. Per conoscerlo come medico in Tanzania, seguitequesto link o guardate il nostro video di presentazione.
 
Milena Rampoldi: Che importanza hanno le traduzioni? 
Leopoldo Salmaso: Parlerò dell’importanza in positivo rispondendo alle altre domande. Prima ancora, la traduzione svolge un importante servizio in negativo, un servizio di filtro: fra tanta roba disponibile il traduttore sceglie qualcosa che ritiene meritevole e, per questo solo fatto, opera in senso opposto all’andazzo prevalente nel mondo della press-tituzione che produce tantissimo “rumore di fondo”. 
 
MR: Che cosa significa per te personalmente tradurre? 
LS: Significa fare o approfondire la conoscenza con un Autore e con situazioni che, secondo me, meritano di essere conosciuti meglio e da un numero maggiore di persone. E non finisco mai di scoprire cose nuove, belle, edificanti. Anche su quelle brutte spesso scopro punti di osservazione meno ‘diabolici’ e mi convinco che ci sia molta più ignoranza e miseria che cattiveria.
 
MR: Quali sono secondo te le strategie migliori per promuovere il dialogo interculturale?
LS: La strategia cardine è educare noi occidentali a stare zitti e ascoltare. Senza ascolto non c’è dialogo, ma monologo.
Poi viene la traduzione, conditio sine qua non per il dialogo interculturale. La tradizione trasmette cultura nel tempo ed è prevalentemente conservatrice, sterile. la traduzione trasmette cultura nello spazio ed è più progressista, fertile, perché apre la strada alla ‘contaminazione’ interculturale. Ciò comporta il rischio – generalmente contenuto – del tradimento, ma offre enormi opportunità di arricchimento reciproco.
 
MR: Che cosa significa per te empatia interculturale e interreligiosa?
LS: Più incontro culture diverse, più mi rendo conto che siamo un caleidoscopio con infinite variazioni sul tema di fondo che è l’Umanesimo; una spiritualità sostanzialmente invariata nel tempo e nello spazio. Se i miei occhi dicessero: “noi vediamo” sarebbero scioccamente presuntuosi. Similmente, credo che l’Umanità sia l’organo di autocoscienza di Gaia, il nostro pianeta vivente. Le culture e le religioni sono preziose come gli occhi, anche se spesso sono scioccamente presuntuose.
 
MR: Un giornalismo al plurale promuove la lotta alla discriminazione e al razzismo. Che ne pensi di questo?
LS: La discriminazione, in ogni sua forma, deriva da ignoranza e paura. Il giornalismo al plurale, soprattutto le traduzioni, sono il perfetto antidoto: diffondono consapevolezza e fiducia.

 

 

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