Spelix. Storia di gatti, di stranieri e di un delitto

Costruito in forma di giallo, il romanzo è ambientato in un quartiere romano. I personaggi sono alcuni abitanti nativi, delle persone immigrate, due “gattare”, un veterinario polacco, un carabiniere atipico, un piccolo speculatore, una cricca di criminali prestigiosi e potenti, quattro cani e la colonia felina del quartiere. Un vecchio anarchico, erudito ed eccentrico, è l’alter ego della voce narrante, un’archeologa gattofila. Protagonista è il gatto Spelix: è lui che dipana la trama dell’omicidio, grazie al fiuto straordinario e all’abitudine di raccogliere oggetti da regalare alle sue protettrici. Spelix è un apologo, molto aderente alla realtà, sulle derive intolleranti e autoritarie della città e del Paese: il declino dell’amore e della protezione dei gatti vanno di pari passo con la crescita del disprezzo e dell’ostilità verso gli estranei e i diversi. In fondo è un’operetta morale sulla convivenza e il rispetto fra eguali e differenti. È anche un tentativo sperimentale di restituire le parlate delle persone comuni, soprattutto il romanesco degli immigrati. Annamaria Rivera è antropologa, studiosa dei meccanismi e delle strutture del razzismo, attivista antirazzista.