SOS VILLAGGI DEI BAMBINI Newsletter del 15.04.2014
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IL 5XMILLE PER SOS VILLAGGI DEI BAMBINI
Per devolvere il 5 per mille a SOS Villaggi dei Bambini Onlus:
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– Indica nello riga sottostante il codice fiscale di SOS Villaggi dei Bambini: 80017510225
I ragazzi intervengono alla Conferenza Nazionale Infanzia e Adolescenza
Durante la Conferenza Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza “Investire sull’Infanzia”, tenutasi a Bari il 27 e 28 marzo, SOS Villaggi dei Bambini è intervenuta nell’atelier “Bambini e ragazzi fuori della propria famiglia” lasciando la parola ai ragazzi. Due giovani accolte presso il Villaggio SOS di Ostuni, hanno presentato “Il Villaggio da fuori e fuori dal Villaggio”, sintesi del progetto sul tema della “partecipazione attiva” che le ha viste protagoniste insieme ad altri 18 ragazzi e ragazze dai 13 ai 18 anni, dal mese di ottobre.
“Abbiamo lavorato inizialmente sul tema del diritto all’ascolto e alla partecipazione nel contesto della tutela, individuando come area di interesse la fase di dimissione. E’ sicuramente uno dei momenti più delicati dell’esperienza di chi ha vissuto nel Villaggio SOS. Il saluto per esempio è stato da tutti considerato necessario per facilitare e sostenere il processo di elaborazione per le persone che escono” – hanno raccontato. I ragazzi sono stati coinvolti in una lunga riflessione e poi “riscrittura” degli standard di qualità (Quality4Children) partendo proprio dalle buone prassi del Villaggio SOS di Ostuni. Hanno formulato delle specifiche richieste e delle conseguenti raccomandazioni circa il loro diritto di partecipare al processo decisionale che determina il momento di uscita dal Villaggio.
La fase di dimissione è stata da tutti indicata come momento delicato e per questo fondamentale.
“Siamo tutti d’accordo nel portare alla vostra attenzione due temi a noi cari. Dobbiamo tutti insieme promuovere un’immagine positiva delle realtà di accoglienza e del Villaggio SOS. Non è accettabile la stigmatizzazione perché ha ricadute sulla nostra vita, qui e fuori da qui. Altro tema fondamentale è l’accompagnamento nella fase di uscita dal Villaggio SOS o da qualunque realtà di accoglienza. Abbiamo bisogno di essere accompagnati, presi per mano” – hanno concluso tra gli applausi. La necessità di ascoltare i ragazzi, perché sono competenti rispetto alla loro esperienza e possono dare elementi utili agli adulti, è stata riconosciuta pubblicamente dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza che ha ringraziato SOS Villaggi dei Bambini per il lavoro che sta svolgendo sulla partecipazione dei ragazzi.
L’Odissea di Isaac James per salvare dalla morte 33 bambini del Villaggio SOS di Malakal
“Sono fuggito con 33 bambini e ragazzi, dal Villaggio SOS di Malakal. E’ stata una vera e propria Odissea. Sono entrato a far parte della grande famiglia di SOS Villaggi dei Bambini nel 2010 e ho lavorato a Khartoum come assistente sociale. L’anno scorso sono giunto a Malakal per seguire i ragazzi, come educatore. A dicembre sono iniziati gli scontri e il nostro Villaggio SOS è stato bersaglio dei ribelli. Molte le incursioni, condite da violenze, minacce e rapine. Ricordo tutte le persone che si accalcavano davanti al nostro ingresso per trovare rifugio, pensando che fosse il posto più sicuro. Abbiamo cercato di dare tutta l’assistenza che potevamo, oltre che cibo e cure. I ribelli sembravano assetati di sangue. Le violenze, infatti, non erano più dettate da motivi politici ma nascevano per ragioni etniche e religiose. L’ultima volta che sono entrati nel Villaggio SOS erano tanti i soldati, superavano la sessantina. Ci hanno derubato ma prima di andarsene hanno detto che non ci sarebbe stata un’altra volta. Ci avrebbero uccisi tutti. In quel momento ho deciso di scappare con i miei 33 bambini. Ricordo le granate, le grida di soldati che ci inseguivano e il rumore degli spari contro di noi. Ci siamo buttati nel fiume e abbiamo iniziato a nuotare. I bambini piangevano. Era pieno di coccodrilli. C’erano delle barche e li ho fatti salire. Io ho continuato a nuotare con la borsa piena di viveri sulle spalle. Giunti a riva, abbiamo lasciato alcuni ragazzi presso loro famiglie d’origine e abbiamo proseguito. Ci siamo spostati da un piccolo villaggio a un altro: Wal Shilluk, Fascioda, Kodok e Melut. Giorni e giorni di cammino. Ricordo che prima di sbarcare a Melut, alcuni soldati ci hanno fermato e ci hanno ordinato di scendere dalla barca. Hanno iniziato a prenderci in giro domandando ai bambini “Perché state scappando da Malakal? Di cosa avete paura? Non diventerete mai uomini!””. Non ci volevano lasciare andare. Sono stati momenti terribili. Avevo anche perso ogni contatto con la base. Poi finalmente siamo giunti a Paloich, a 2.000 km di distanza da Juba. Abbiamo trovato rifugio nel Campo di una Compagnia petrolifera. Ricordo solo soldati ubriachi, poco cibo e i bambini che piangevano disperati. Mi sono sentito fallito come custode dei nostri bambini. Sembrava che niente di ciò che dicessi alleviasse le loro pene. Poi finalmente un aereo, tutto per noi. Ora siamo qui. Sono felice che i bambini siano tutti sotto lo stesso tetto e soprattutto al sicuro. Voglio solo che dimentichino e riprendano a vivere”.
EBOLA, IL VIRUS CHE UCCIDE NELL’AFRICA OCCIDENTALE
L’epidemia di Ebola è senza precedenti e sta colpendo la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone. SOS Villaggi dei Bambini afferma che nessun caso sospetto sia stato per ora diagnosticato nelle cliniche SOS, all’interno dei tre Paesi, e che siano state prese tutte le misure necessarie per garantire che l’infezione non si propaghi all’interno dei Villaggi SOS e nelle Scuole SOS. “Purtroppo non esiste una cura per l’Ebola e sappiamo che è letale – spiega James N.Lewis, dirigente della Clinica SOS a Monrovia – “La prevenzione è l’unica arma di difesa che possiamo utilizzare. Il modo migliore per combattere il virus passa attraverso una corretta igiene personale e un intenso controllo esercitato da tutti i membri della società, in particolare dal personale medico. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con il Ministero della Salute e della Previdenza Sociale per educare il personale e i bambini sui pericoli derivanti dalla malattia e su come evitarla”.
SOS Villaggi dei Bambini sta avviando grosse campagne di sensibilizzazione in tutti i Villaggi SOS presenti nei tre Paesi. Tutto il personale, i bambini, i ragazzi e le Mamme SOS hanno prontamente ricevuto una formazione specifica sui sintomi, sui rischi di trasmissione e sulle misure preventive. Questo consentirà loro di proteggere le famiglie SOS e le comunità circostanti. Tutte le strutture, dalle Case famiglia SOS alle Scuole SOS, sono state completamente attrezzate con forniture igieniche essenziali come sapone e disinfettante: il modo, per ora, migliore per prevenire l’infezione.
IL FUTURO DEL RWANDA DOPO IL GENOCIDIO
Quale sarà il futuro del Rwanda? Alfred Munyentwari, il Direttore Nazionale di SOS Villaggi dei Bambini in Rwanda, ci racconta: “Il genocidio del 1994 ha avuto effetti devastanti sulla popolazione del Rwanda. L’80% dei ruandesi ha perso familiari stretti. Il 90% della popolazione vive in condizioni di povertà e il 40% dei ruandesi sono malnutriti. 690.000 bambini crescono senza cure parentali e 130.000 sono orfani a causa dell’AIDS. Molti tra loro sono stati reclutati come bambini soldato per combattere nella Repubblica Democratica del Congo. Un bambino su 10 muore prima di compiere 5 anni. Numeri terribili. Noi abbiamo iniziato il nostro lavoro in Ruanda nel 1978, costruendo il primo Villaggio SOS a Kigali. Il secondo Villaggio SOS è stato costruito nel 1992 a Gikongoro. Con lo scoppio della guerra civile ci siamo occupati dei bambini abbandonati e delle mamme e figli rifugiati. Nel 1997 abbiamo costruito un Villaggio SOS a Byumba con una scuola materna ed elementare e una clinica SOS che cura oltre 4.000 pazienti l’anno. Occorre una reale trasformazione; dobbiamo passare da un’economia agricola di sussistenza a una società basata sull’istruzione e sulla formazione professionale. Il futuro del Rwanda deve partire dai bambini, dai giovani!”.
“Essere Tutsi non significa più niente per me. Sono ruandese. Voglio che i miei figli non si sentano ruandesi ma cittadini africani, cittadini del Mondo. Il futuro del Paese dipende anche e soprattutto dai bambini, da cosa imparano, da ciò che viene insegnato a scuola. La pace ci sarà se insegneremo la pace” – dice una ragazza cresciuta nel Villaggio SOS di Byumba.
REPUBBLICA CENTRAFRICANA
Il feroce scontro tra musulmani e cristiani, nella Repubblica Centrafricana, sta provocando morte, violenza e anche drammatiche separazioni dei bambini dalle loro famiglie.
Marc ha quattro anni ed è stato trovato solo e denutrito, nel campo per sfollati vicino all’aeroporto di Bangui. “Aveva delle scarpette rosse che continuava a toccare e guardare” – ci racconta Jésus Jonas Zokayand, direttore del Villaggio SOS di Bangui – “Era triste e solo. Quando è stato portato nel nostro Villaggio SOS non mangiava da giorni. Le sue condizioni di salute erano gravissime. Mostrava segni di percosse, maltrattamenti. Un bambino non dovrebbe mai subire nulla di simile. Il campo dove l’abbiamo trovato sta cercando di fornire un riparo temporaneo a più di 100.000 persone ma gli sfollati superano il milione. Le condizioni di vita sono terribili. Molte famiglie fuggono per sopravvivere all’atrocità del conflitto e i bambini sono le prime vittime. Trovano la morte oppure violenza e solitudine, come Marc”. SOS Villaggi dei Bambini ha avviato il Programma di Emergenza nella Repubblica Centrafricana da dicembre. Ha convertito la scuola elementare SOS in un rifugio per gli sfollati interni e ha aperto le porte del Villaggio SOS a più di 5000 persone. Insieme a Medici Senza Frontiere, SOS Villaggi dei Bambini si sta prendendo anche cura dei malati, dei feriti e dei bambini malnutriti. A Bangui e a Bouar (dove si trova l’altro Villaggio SOS) sono state riaperte le Scuole SOS.
SOS Villaggi dei Bambini si sta ora occupando della protezione dell’infanzia, dell’assistenza alle mamme con bambini e all’istruzione. “Ora ci dobbiamo concentrare sulla riunificazione delle famiglie spezzate dalla guerra. Dobbiamo ricostruire l’identità dei bambini soli e insieme alle altre Organizzazioni ritrovare genitori e parenti. E’ un lavoro lungo e complesso” – Conclude Jesus.
“MALEFICENT” BY STELLA MCCARTNEY KIDS PER SOS VILLAGGI DEI BAMBINI
Stella McCartney, Disney e Angelina Jolie hanno preso ispirazione dal film «Maleficent» per lanciare una Collezione Moda per bambini dai 4 ai 14 anni. La collezione sarà disponibile nei negozi McCartney a fine aprile e on-line. Il 10% del ricavato verrà devoluto a SOS Villaggi dei Bambini. La linea presenta otto modelli, alcuni dei quali sono abiti e magliette da principessa. Ci saranno anche sandali e sneaker adatti a bambini e bambine dai quattro ai 14 anni. “Sono sempre stata un grande fan di Disney da bambina e sono cresciuta guardando i suoi film, come fanno la maggior parte dei bambini” – ha affermato la McCartney su WWD – “Quando sono stata invitata da Angelina a fare un salto sul set, ho colto l’occasione al volo”. Il film trae ispirazione da La Bella Addormentata, un classico della Disney del 1959, e sarà nelle sale a fine maggio, con Angelina Jolie nel ruolo da protagonista.
L’EUROPA RICONOSCE LA LOTTA ALLA POVERTA’ INFANTILE COME PRIORITA’ POLITICA
I Ministri degli affari sociali degli Stati membri dell’UE si sono incontrati il 10 marzo per discutere le priorità sociali dell’Unione europea per il 2014. Sebbene l’Unione europea si stia lentamente riprendendo dalla crisi economica, la situazione sociale non solo non è migliorata ma in molti paesi è una vera e propria emergenza. Sono infatti quasi 30milioni i bambini che crescono in povertà. L’Investimento sociale è importante per tutti i bambini, ma diviene a maggior ragione imprescindibile per i più vulnerabili. Quelli cioè che vivono in famiglie fragili o fuori famiglia (case famiglia e centri di accoglienza).
L’Europa ha finalmente e, per la prima volta, prestato attenzione all’impatto sociale della crisi nelle decisioni economiche globali e “Investire sui bambini” è stato infatti considerato prioritario. Segnale inequivocabile che la crescita economica possa e debba essere inclusiva.
SPONTEX MAIN SPONSOR DI SOS VILLAGGI DEI BAMBINI PER RINNOVARE IL VILLAGGIO SOS DI ROMA
Anche il 2014 fa rima con “Creiamo insieme la casa dei loro sogni”. Per il secondo anno consecutivo Spontex Italia è al fianco di SOS Villaggi dei Bambini come main sponsor. Con una precisa missione: sostenere la ristrutturazione del Villaggio SOS di Roma, che comprende 6 Case SOS, circondate da grandi spazi verdi. L’obiettivo è garantire accoglienza e sostegno a bambini, ragazzi e alle mamme sole con figli, dando loro la possibilità di vivere in una casa amorevole.
Per tutto l’anno sui migliori punti vendita della grande distribuzione sarà presente una linea dedicata a marchio “Creiamo insieme la casa dei loro sogni”, con una grafica ispirata ai disegni del Piccolo Principe, per richiamare l’attenzione sull’importanza e il diritto di essere bambini. 5 super prodotti utili non solo alle pulizie, tra cui: i guanti casalinghi Soft e i guanti fini usa & getta Natural Latex x40, i panni abrasivi Flash, il Panni Spugna x8, e le spirali Mini Spirenett’ x4. “Non abbiamo dovuto pensare se rinnovare il nostro sostegno a SOS Villaggi dei Bambini, abbiamo semplicemente deciso di impegnarci ancora di più” – afferma Matteo Vaccari, Marketing Manager Spontex Italia – “Sostenendo la ristrutturazione del Villaggio SOS di Roma, vogliamo rendere ancora più concreto il concetto di “casa come luogo dove star bene”, principio da sempre al centro della mission dell’azienda, che da oltre 60 anni propone soluzioni per rendere più accogliente e vivere in pieno benessere ogni abitazione”
“Per SOS Villaggi dei Bambini la Casa è il luogo in cui i bambini devono avere la possibilità di crescere nell’amore e nella serenità. Noi accogliamo in case amorevoli bambini privi di cure familiari o a rischio di perderle. Lo facciamo da 60 anni, in tutto il mondo. Creare insieme la casa dei sogni dei bambini è possibile. Spontex Italia lo sta dimostrando” – afferma Alverio Camin, Presidente di SOS Villaggi dei Bambini Italia.
L’iniziativa veste i toni del rosa accesso, colore che caratterizza i pack delle confezioni dove campeggia il logo ormai conosciuto “Creiamo insieme la casa dei loro sogni”. Una grafica che prende ispirazione dai più noti disegni di Antoine de Saint-Exupéry, autore de “il Piccolo Principe”, uno dei libri più amati di sempre che ha per protagonista proprio un bambino. Un riferimento voluto, che sottolinea la volontà di mettere al centro dell’attenzione l’infanzia e il diritto di viverla circondati da amore, attenzione e protezione. L’operazione di charity ha dunque l’obiettivo di sottolineare l’importanza di una casa e di tutto ciò che la rende tale: famiglia, affetto, protezione. Concetti che trovano un fondamento nella mission e nei valori di un’azienda come Spontex.
VINCENT COMPANY LANCIA IL #teamSOS
AGigi Buffon, Giorgio Chiellini, Robert Pirès, Ruud van Nistelrooy, Bonfim Costa Dante aderiscono al suo appello
E tu cosa aspetti?
Milano 4 aprile 2014 – Vincent Kompany, Gigi Buffon, Giorgio Chiellini, Robert Pirès, Ruud van Nistelrooy, Bonfim Costa Dante hanno oggi twittato: “Ragazzi, è molto importante per me! Se anche tu pensi che ogni bambino debba crescere in una famiglia, entra nel #teamSOS su http://bit.ly/Odkfbt ”
Vincent Kompany, capitano del Manchester City e della squadra nazionale belga, è diventato ambasciatore internazionale di SOS Villaggi dei Bambini.
Insieme a al suo #teamSOS
“E’ un titolo che porterò con orgoglio e dignità. Ho avuto modo di osservare il lavoro dell’Organizzazione in tutto il mondo. Devo dire che è davvero sorprendente l’impegno che ha dimostrato nei confronti dei bambini in difficoltà. In 133 paesi, SOS Villaggi dei Bambini aiuta infatti i bambini a rischio di abbandono attraverso programmi di rafforzamento familiare. Se un bambino è rimasto orfano, è stato abbandonato o ha perso temporaneamente la sicurezza di una famiglia, SOS gli offre una nuova casa e un ambiente amorevole in un Villaggio SOS. Nessun bambino dovrebbe crescere da solo, senza affetto, cura e una casa amorevole eppure oltre 150 milioni di bambini sperimentano, ogni giorno, la paura di essere soli, senza amore, senza famiglia, senza sicurezza e stabilità Personalmente continuerò in modo appassionato a sostenere il loro lavoro perché sono fermamente convinto che nessun bambino debba crescere senza una famiglia”.
All’appello hanno subito aderito Gigi Buffon, da anni legato a SOS Villaggi dei Bambini e Giorgio Chiellini. “Sono orgoglioso del fatto che in qualche modo io possa aiutare SOS Villaggi dei Bambini, e sono onorato di essere stato nominato ambasciatore internazionale di questa straordinaria Organizzazione che fa la differenza per ogni singolo bambino, ovunque essa operi. Se il mio sostegno può contribuire a migliorare le opportunità per i bambini nel Sud America, in Africa, in Europa, nel Medio Oriente e in Asia, mi impegnerò, ogni giorno, a fare tutto il possibile. Che nella squadra #teamSOS ci siano in Italia, due Campioni come Buffon e Chiellini mi rende felice.”
Qui il video di Kompany: http://www.youtube.com/watch?v=KNicYwcD-00
MEMORIE DEL GENOCIDIO
Anne Marie era una ragazza felice che aveva trascorso tutta la sua infanzia al Villaggio SOS di Kigali, capitale del Ruanda. Aveva tanti sogni, speranze e progetti per il futuro, come ogni ragazza della sua età.
E’ morta il 7 Maggio del 1994. Stava fuggendo da Kigali insieme ad altri bambini e ragazzi. Si era nascosta ma una donna la vide e la indicò agli uomini che la uccisero con un machete.
Aveva solo 20 anni.
Sono stati più di 800.000 i ruandesi che hanno perso la vita tra aprile e luglio del 1994. Il massacro ebbe inizio il 7 aprile, un giorno dopo che l’aereo presidenziale di Juvenal Habyarimana venne abbattuto. Il presidente Habyarimana apparteneva al gruppo etnico Hutu. Dopo la sua morte, gli estremisti hutu accusarono i tutsi (una minoranza etnica) di aver abbattuto il suo aereo.
Si aprirono le danze della morte. Da Kigali alle zone più remote di questo stato dell’Africa centrale si uccise al ritmo di 9 mila persone al giorno
In 100 giorni le milizie estremiste Hutu uccisero centinaia di migliaia di tutsi e hutu moderati. Le uccisioni avvenivano anche tra i componenti della stessa famiglia. Questa fu la peggiore brutalità di questa guerra.
Due milioni furono gli hutu a fuggire in Congo. Migliaia tra loro morirono di colera.
SOS Villaggi dei Bambini ha iniziato ad operare in Ruanda nel 1978, costruendo il primo Villaggio SOS a Kigali. Il secondo Villaggio SOS è stato costruito nel 1992 a Gikongoro. Con lo scoppio della guerra civile ci siamo occupati dei bambini abbandonati e delle mamme e figli rifugiati. Nel 1997 abbiamo costruito un Villaggio SOS a Byumba con una scuola materna ed elementare e una clinica SOS che cura oltre 4.000 pazienti l’anno.
Se vuoi ascoltare la testimonianza di Marie Theogene vai su: www.youtube.com/watch?v=-iElaW3mBio
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