Noi, soggetti umani. Diritti e nuovi movimenti nell’epoca postsociale di Alain Touraine (Autore), M. M. Matteri (Traduttore)
Nell’età della conoscenza e del progresso tecnico, la capacità di trasformare noi stessi e di agire sull’ambiente in cui viviamo si è fatta smisurata, ma altrettanto smisurato è il potenziale distruttivo e autodistruttivo dell’umanità. Non solo: nella storia non c’è mai stata, prima d’ora, una consapevolezza così diffusa e convinta dei diritti fondamentali e della dignità di tutti gli esseri umani, una tensione etica che però si scontra in Occidente con il potere incontrastato e nichilistico del capitalismo finanziario, e altrove con regimi tirannici o totalitari sempre più determinati a stringere il controllo sulle vite delle persone e sulle risorse materiali. Come possono rinascere – e tornare efficaci – la parola e l’azione politica? Per rispondere a una domanda tanto assillante, Alain Touraine ha attinto alle idee che lo hanno reso il più autorevole studioso della società industriale e della sua disgregazione, rielaborandole in quest’opera concepita come punto d’approdo di un’intera vita intellettuale e insieme punto di partenza per un nuovo pensiero sociologico. Noi, soggetti umani ridefinisce in profondità i paradigmi interpretativi della globalizzazione. Oggi non è più sufficiente parlare di società postindustriale: siamo entrati in un’epoca postsociale. Non è più intorno ai problemi socioeconomici che si formano l’azione e il pensiero collettivo, ma nel campo etico individuale, nell’immagine che ognuno si forma di sé, in quel che accetta e quel che rifiuta in nome della propria dignità. Ma i nuovi movimenti sociali scontano una cronica mancanza di organizzazione e strategia, e l’indignazione per l’ingiustizia si mostra incapace di contrastare i nuovi «poteri totali». Per Touraine c’è un’unica via d’uscita: dopo il trionfo dell’individualismo, il ritorno al soggetto. È giunto il momento, per noi esseri umani, di agire opponendo al predominio della ricchezza e del potere la difesa della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà. Solo una soggettività umana più profonda, che agli interessi anteponga la dignità e alle convenienze le convinzioni, potrà ricondurre la coscienza dei diritti fondamentali dall’ambito individuale a quello sociale.