Metropolitana. Poesie scelte di Anca Mizumschi. Intervista a Sara Salone ed Emilia Colino

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Metropolitana è il titolo della nuova raccolta di poesie della scrittrice Anca Mizumschi. La redazione di ProMosaik vi propone la prefazione fatta dalla traduttrice italiana Sara Salone e un’intervista con la stessa e con la traddutrice spagnola Emilia Colino.
 
Nata a Costanza il 24 novembre 1964, Anca Mizumschi è laureata alla Facoltà di Medicina e Farmacia “Carol Davila” e alla Facoltà di Psicologia e Scienze dell’Educazione di Bucarest. Da sempre incline alla poesia, ha pubblicato le raccolte Departe de Hemingway (Lontano da Hemingway), Est, Opera Capitală (Opera Capitale), Poze cu zimţi (Foto merlettate), da cui sono tratte alcune poesie di questo libro, Anca lui Noe (L’Anca di Noè), Versouri (Versi), În moalele cerului (La leggerezza del cielo) e Carte de citire (Libro di lettura), un’antologia. La sua opera è stata riconosciuta, grazie anche alla collaborazione con importanti riviste culturali, con l’assegnazione di diversi premi: il Premio della rivista Tomis, il premio speciale della rivista Tribuna, il Premio “George Bacovia” della rivista Ateneu. La poetessa è stata candidata ai Premi per la sezione poesia dell’Unione Scrittori di Romania (2009) e ai Premi di Observator Cultural (2010). Nel 2011 ha ottenuto il Premio ASB per la poesia. Anca Mizumschi figura inoltre tra i 27 poeti romeni contemporanei inseriti nell’antologia Om jag inte får tala med någon nu (Dacă nu am cu cine vorbi acum, Se non ho nessuno con cui parlare), pubblicata dalla casa editrice svedese Tranan, in collaborazione con l’Înstitutul Cultural Român di Stoccolma nel 2011. Vorrei presentare questa poetessa straordinaria e la sua opera con le parole di Alex Ştefănescu, importante critico letterario romeno piuttosto parsimonioso in quanto a lodi, apparse in una recensione sulla rivista România Literară del 2008: «La poesia di Anca Mizumschi è la poesia del rifiuto. La parola “no” si ripete in maniera ossessiva nella raccolta Poze cu zimţi. Tale titolo può trarci in errore, può farci credere che i versi esprimano una certa nostalgia per “i bei tempi” (banali e tutto sommato mitizzati) in cui le fotografie, quasi tutte in bianco e nero, avevano il bordo dentellato. Ma non vi è traccia di nostalgia nel volume. Si può affermare invece che il rifiuto è praticato in nome dei valori di quell’epoca. Forse rifiuta con forza la maturazione intesa come degradazione. Anca Mizumschi è assetata di felicità, di quella felicità che durante l’adolescenza sembrava semplice toccare ma che, con il passare degli anni, è divenuta irraggiungibile. Forse non respinge la vita, bensì tutto ciò che ostacola in modo brutale il suo progetto di vita. In pochi libri usciti nel nostro paese negli ultimi tempi esiste una tale sete di felicità.» Ştefănescu ha scritto anche la prefazione per la raccolta Poze cu zimţi, pubblicata dalla casa editrice Brumar nello stesso anno. Di tale volume noi di ProMosaik abbiamo scelto diverse poesie, così che i nostri lettori possano beneficiare del talento superbo di Anca Mizumschi, tanto in lingua originale quanto nelle traduzioni in italiano, spagnolo e tedesco. Abbiamo anche deciso di ‘socchiudere la porta’ con Staţiile de metrou (Le fermate della metro), una poesia di cui Ştefănescu ha detto “Ecco una poesia che mi piacerebbe imparare a memoria” e che ha ispirato il titolo di questo libro.

Domanda: Siamo al secondo volume del progetto di poesia romena, hai scelto la poetessa Anca Mizumschi, un’altra donna. E’ un caso o credi che le donne siano migliori autrici di poesia?
 
Risposta: Credo che esistano uomini capaci di scrivere poesie sensazionali, ricche, piene di coraggio e significato; da donna mi sento però più vicina allo scrivere femminile, ne comprendo e ne condivido l’animo, la sensibilità e spesso i punti di vista. E poi sono una forte sostenitrice delle donne, e se ho la possibilità di dar loro voce, lo faccio molto volentieri.
 
D: Quali sono le tematiche principali di Mizumschi?
 
R: Trovo che in Mizumschi vi sia davvero ogni cosa: dal particolare al generale posso sostenere che le sue tematiche attraversino vita, morte, e tutto quello che c’è nel mezzo, amore, dolore, sesso, guerra, incertezza del vivere da artisti. Argomenti universali gridati a gran voce, tutto sembra esagerato; ma è un’esagerazione che non nasce dalla vanità, bensì figlia dell’esigenza di dire ‘esisto’.
 
D: Qual è il significato del titolo scelto, “Metropolitana”, e in che modo si lega alla poetica di Mizumschi?
 
R: “Metropolitana” richiama il titolo della poesia di apertura, “Le stazioni della metro”. E’ una poesia che parla d’amore, lo fa in modo universale secondo me, e questo concetto viene ben spiegato nell’ultima strofa, in cui questo amore attraversa canali sotterranei per legare insieme addirittura i continenti. Un’immagine splendida, se proviamo a scambiare la parola ‘amore’ con la parola ‘poesia’ capiamo l’importanza e la grandezza di questa arte.
 
D: Pensi che la poesia possa contribuire a sensibilizzare i popoli e renderci più empatici, tolleranti e aperti o è solamente “qualcosa di piacevole da leggere”?
 
R: La poesia è sicuramente qualcosa di piacevole da leggere, ma può trasformarsi in uno strumento potente per scuotere le coscienze e sensibilizzare le persone. E nel nostro caso ancora di più, essendo la collana in quattro lingue: c’è un confronto immediato ma anche un abbraccio di lingue e culture diverse.
 
D: Pensi che la poesia romena sia penalizzata in Italia e più in generale in Europa occidentale, in quanto espressa in una lingua di nicchia?
 
R: La lingua, cultura e letteratura romene, in Italia, sono materia per pochi appassionati, tra cui vi sono docenti, traduttori, lettori, studenti italiani e romeni stessi. Inutile dire che la ‘romenità’ è schiacciata da un forte pregiudizio nel nostro paese, forse meno nel resto d’Europa, e questo non aiuta. Ma anche il lettore va educato, e se su cento persone ce ne sarà una che potrà apprezzare questo lavoro, noi di ProMosaik ne saremo felici.
 
D: Cosa hai apprezzato di più di questa poetessa e delle sue tematiche?
 
R: Ho apprezzato soprattutto il linguaggio molto diretto, la schiettezza delle scelte linguistiche che sembrano voler suggerire che la poetessa non ha tempo da perdere, anzi, ha l’urgenza di comunicarci i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Mi è piaciuto moltissimo anche l’uso che fa Mizumschi di tutte le immagini che ci fanno sentire di essere all’interno delle sue poesie e di poter toccare ciò di cui parla, tutto è molto materiale, dalla limatura di ferro, all’inchiostro da stampa, la carne, il legno, il vetro.