Le uccidono per onore

Il presente elaborato illustra il fenomeno dei delitti commessi in nome dell’onore in Turchia, approfondisce la relazione tra di essi e il ruolo della donna nella cultura della società turca e studia le disposizioni penali vigenti.

La scelta di studiare i reati a causa d’onore e di condurre un’analisi sui delitti culturalmente orientati, deriva dalla personale esperienza di studio dell’autrice, Stefania Arru, ad Istanbul.

 

Del suo lavoro mi ha detto: “Recandomi in Turchia, ho avuto l’opportunità di condurre una ricerca approfondita su un ordinamento giuridico straniero e di attuare una comparazione, in un’ottica penalistica, tra quest’ultimo e la legislazione italiana. Il confronto tra Turchia e Italia riguarda soprattutto la storia e l’evoluzione dei delitti in nome dell’onore, e in generale, la classificazione giuridica dei reati multiculturali.

 

Analizzare l’omicidio d’onore in particolare, mi ha permesso di riflettere sul rapporto tra il diritto alla vita e la cultura e le tradizioni di ogni individuo. Tale fattispecie, infatti, costituisce proprio un esempio delle scontro tra la violazione del diritto alla vita e il rispetto e la fede verso le regole culturali.”

 

Questa presa di coscienza dell’autrice riguardante gli aspetti interculturali, interreligiosi e dei diritti umani mi ha spronato a pubblicare questo lavoro, in collaborazione con il portale per i diritti umani ProMosaik.

 

“Il fatto che la stragrande maggioranza delle vittime dei delitti a causa d’onore siano donne, ha rappresentato per me un incentivo a concentrami sulla tutela della donna non solo in Turchia, ma anche a livello internazionale, sia dal punto di vista legislativo, studiando le numerose convenzioni di diritto internazionale, sia al fine di conoscere meglio le problematiche legate alla violenza contro le donne.” In questo passaggio dell’autrice ho intravvisto anche la sua comprensione del femminismo come movimento globale e allo stesso tempo legato alla cultura e alla  religione del luogo in cui si sviluppa. Dunque come attiviste dei diritti umani e come femministe abbiamo il dovere di considerare il femminismo al plurale nella sua diversità culturale e religiosa, un tema che abbiamo anche visto nella nostra pubblicazione precedente di Denise Nanni sull’empowerment femminile in Turchia.

 

In particolare quest’ultima questione costituisce un tema d’interesse mondiale, in termini di gravità e di diffusione, che ha portato le autorità internazionali a definire la violazione dei diritti delle donne una violazione dei diritti umani. Tale tematica si pone come sfondo per tutto il corso della ricerca di Stefania Arru, dalla Turchia all’Italia. Infatti in entrambi i Paesi, i maltrattamenti verso le donne e la violenza domestica sono fatti quotidiani e destano allarme sociale.

 

La ragione principale per cui l’autrice ha deciso di esaminare i due ordinamenti giuridici riguarda, però, la particolarità delle norme in materia d’onore: se in un primo momento le disposizioni giuridiche appaiono simili per molti aspetti, ad esempio per quanto concerne la ratio e il trattamento sanzionatorio, col trasformarsi della società, delle convinzioni di politica legislativa e delle necessità personali di ogni Nazione, le norme dei due Paesi prendono le distanze e regolano in modo diverso le condotte penalmente rilevanti determinate dal “fattore culturale”.

 

Sulla metodologia utilizzata nel suo lavoro Stefania Arru ci dice: “Relativamente alla metodologia utilizzata nell’elaborare il mio scritto, la ricerca del materiale non si è limitata ai testi legislativi, dottrinali e giurisprudenziali in lingua italiana, è stato necessario ampliare l’indagine alla dottrina, alle fonti scritte in inglese e, talvolta, in turco.” In questo contesto va anche accennata la difficolt spesso incontrata al livello di traduzione ed interpretazione di termine appartenenti ad una cultura diversa da quella occidentale. Le stesse difficolta si presentano anche nello studio della legge e della storia e cultura turca.

 

Stefania Arru conclude: “Ma l’approfondimento della tematica, sebbene complicato, è stato molto interessante e anche necessario per capire in profondità il fenomeno dei delitti d’onore e la questione multiculturale dal punto di vista penalistico.”

 

Questo lavoro dimostra in modo palese come anche lo studio del diritto penale dal punto di vista multiculturale e/o interculturale non possa che contribuire al dialogo tra ordinamenti penali e dunque anche tra culture e popoli diversi.