Le due fonti della morale e della religione. Di H. Bergson, M. Vinciguerra
Nella prefazione all’opera, Bergson scrive: “Il ricordo del frutto proibito è quello che c’è di più antico nella memoria di ciascuno di noi, come in quella dell’intera umanità.
Noi ce ne accorgeremmo, se questo ricordo non fosse ricoperto da altri, ai quali preferiamo riportarci. Gioiosa sarebbe in realtà una vita senza divieti, diffusa nel mondo da un’intuizione mistica; gioiosa anche quella che portasse a una visione dell’aldilà in virtù di un’esperienza scientifica che assumerebbe allora i caratteri di una nuova religione.
In mancanza di una riforma morale così completa bisognerà ricorrere a espedienti. Ma una decisione si impone”.
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