La vittimologia e la vittima «culturale». Il caso paradigmatico delle mutilazioni genitali femminili. Di G. Prosperi
La pratica delle mutilazioni genitali femminili, oggetto di un intenso dibattito internazionale e di un esteso movimento sociopolitico teso a una profonda e radicale implementazione del suo divieto, è osservata dalla prospettiva della vittimologia culturale.
Secondo l’interessante e originale approccio l’uomo è plasmato dalla cultura stessa che può imporre o comunque legittimare o far tollerare modelli di comportamento che violano i diritti dell’essere umano, anche a genitori nei confronti dei propri figli.
In questa cornice teorica e analitica, dopo l’approfondimento delle possibili coordinate culturali e religiose del fenomeno, sono collocate le mutilazioni genitali femminili, le cui vittime divengono un esempio paradigmatico della vittimizzazione “culturalmente legittimata”.
La sofferenza e il dolore vengono percepite come pro-sociali dai perpetratori, resi così ciechi da una “benda” culturale.
Edito da: Aracne