La cura dell’amore. Donne, uguaglianza, dipendenza
Per chi ama le classificazioni, il pensiero di Eva Kittay si inserisce nel filone del femminismo americano che pone a tema l’etica della cura. Ma questa è una definizione riduttiva. “La cura dell’amore” è un’opera molto più complessa, che consente diversi livelli di lettura. Intrecciando il racconto in prima persona all’analisi delle teorie della giustizia proposte dal pensiero liberale, mette a fuoco un problema che appartiene all’esperienza umana prima che alla filosofia: la vulnerabilità e la dipendenza di ognuno, emblematicamente rappresentate dalle differenti forme della disabilità. Questo argomento è affrontato in maniera originale, assumendo la prospettiva di coloro che, a vario titolo, per ragioni affettive o professionali, si prendono cura di chi è dipendente – bambini, anziani, disabili, persone non autosufficienti. Voci e storie che testimoniano un impegno silenzioso, purtroppo spesso ignorato dalle teorie della giustizia che Eva Kittay passa in rassegna e discute puntualmente sottolineando come questa omissione nasconda un fatto evidente: la libertà, la realizzazione, l’indipendenza di ciascuno sono di fatto rese possibili da una rete di relazioni e di dipendenze che le sorreggono. E ancora, una concezione della giustizia che contempli solo individui sani, autonomi, capaci di reciprocità e rapporti simmetrici non può che fallire il suo obiettivo con pesanti conseguenze sociali.