Intervista con Abraham Melzer sulla Conferenza per la Palestina il 25.04.2015 a Berlino
Buongiorno dalla redazione di ProMosaik e.V.,
visto il successo della conferenza che abbiamo pubblicato ieri in lingua italiana, abbiamo direttamente intervistato il Signor Abraham Melzer per promuovere una discussione sul tema dell’antisionismo, sionismo, antifascismo e fascismo, facendo comunque attenzione alle distinzioni tra i termini.
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Cordialissimi saluti
Dr. phil. Milena Rampoldi
Dr. phil. Milena Rampoldi: Palestina Rossa ha proposto di dichiarare il 25.04., festa nazionale di liberazione dal fascismo, anche la giornata dell’antisionismo. I sionisti si oppongono e dicono: il sionismo ci ha liberato dal fascismo. Ma non é l’antisionismo a liberare la Palestina dal nuovo fascismo sionista? Lei come ebreo come vede la trappola sionista? Che relazione vede tra fascismo e sionismo?
Signor Abraham Melzer: Ovviamente il sionismo è stato fondamento quale risposta all’antisemitismo europeo. L’idea non era sbagliata, ma partiva da presupposti errati secondo cui la Palestina (SION) sarebbe un paese senza popolo e che gli ebrei sarebbero un popolo senza terra che dunque avrebbero il diritto di occupare questo paese per fondarvi uno stato nazionale. Ma il paese non era vuoto e senza popolo. Vi vive un popolo fino ad oggi. E questa è la trappola in cui è caduto il sionismo, sebbene molti ebrei e anche molti sionisti avevano avvisati i sionisti di non commettere questo grave errore.
L’antisionismo non corrisponde del tutto all’antifascismo. Ma il sionismo ha senza dubbio degli elementi fascisti, per quanto riguarda il disprezzo dell’altro e il razzismo, ma il sionismo si concentra esclusivamente sui diritti degli ebrei, mentre il fascismo acquista una valenza più universale. Il sionismo, sviluppatosi come movimento secolare e politico alla fine del 19esimo secolo, oggi è collegato in modo stretto alla religione ebraica, agli ebrei ortodossi e ai coloni che ad esempio sono quasi tutti sionisti, nazionalisti e religiosi. Si deve fare attenzione a non dimenticare queste differenze, non livellando il tutto.
Dr. phil. Milena Rampoldi: Conosciamo le strategie attuate dai sionisti italiani nei media. Quali sono le strategie principali attuate dai sionisti tedeschi per confondere le persone?
Signor Abraham Melzer: Le strategie e i metodi dei sionisti sono uguali in tutto il mondo, visto che non è ogni singolo paese a sviluppare le proprie strategie. La strategia del sionismo viene sviluppata dal ministero della propaganda (Hasbara) a Gerusalemme e prescritta a tutte le ambasciate israeliane e a tutte le comunità ebraiche e a tutti isayanim (i cosiddetti collaboratori inufficiali della propaganda israeliana).
In Germania, come ovunque, si esercita pressione sui politici, sui media e sull’opinione pubblica. Questo viene fatto con un metodo molto primitivo e allo stesso tempo molto efficiente: tutti coloro che criticano Israele vengono diffamati quali antisemiti. Ovviamente questo metodo si riesce a smascherare facilmente, ma comunque continua – anche se in misura decrescente – a raggiungere il suo obiettivo.
Dr. phil. Milena Rampoldi: Il riconoscimento della nakba come pulizia etnica deve avvenire con urgenza. Come possiamo promuovere questo processo?
Signor Abraham Melzer: La nakba equivale alla pulizia etnica. I sionisti non volevano distruggere il popolo palestinese, ma cacciare i palestinesi dalla Palestina. E ci sono quasi riusciti. Ovviamente dobbiamo riconoscere urgentemente la nakba per quella che era. Sono passati quasi 70 anni dalla nakba. Gli armeni hanno dovuto aspettare 100 anni prima che il loro destino del genocidio venisse riconosciuto a livello internazionale. Speriamo che i palestinesi non debbano aspettare 100 anni. Si devono costringere i governi di tutto il mondo a riconoscere la Palestina e il destino dei palestinesi. Se i politici non vogliono farlo, dobbiamo smetterla di votarli.
Dr. phil. Milena Rampoldi: Racconti alle nostre lettrici e ai nostri lettori italiani le Sue impressioni della conferenza per la Palestina del 25. aprile 2015 a Berlino.
Signor Abraham Melzer: Ecco la cosa più importante che vorrei dire di questo congresso: ho incontrato persone felici e pacifiche, intere famiglie con bambini e persone con dei visi sorridenti. Allora ho capito che i palestinesi sono già arrivati da tempo nel 21esimo secolo e che non hanno assolutamente nulla a che vedere con l’immagine della contropropaganda sionista. Per dirla con le parole del politico palestinese Mustafa Bargutti: Il popolo palestinese vuole pace, indipendenza nazionale, libertà e calma. Il popolo palestinese oggi ha la percentuale più alta di laureati, intellettuali e scienziati al mondo. Il popolo palestinese di oggi è il popolo ebraico del passato. Gli israeliani che dicono di essere ebrei si sono trasformati in un popolo di colpevoli, e i palestinesi sono le vittime. Ma i palestinesi non vogliono vendetta. Hanno accettato il proprio destino e si sono assunti la propria responsabilità per il proprio destino. Non vogliono altro che vivere in libertà in indipendenza. Ecco il messaggio del congresso di Berlino: i palestinesi non erano aggressivi e carichi di vittimismo, ma sicuri di sé e orgogliosi.
Purtroppo i pochi sionisti, meno di 200, e i manifestanti pro-sionisti davanti al padiglione, tra cui il politico di sinistra Volker Beck, che oramai si è fatto un nome per i suoi atteggiamenti anti-islamici, non hanno compreso i segni del tempo. Vivono rivolti verso il passato e si sono fermati nel 20esimo o persino nel 19esimo secolo.
http://promosaik.blogspot.com.tr/2015/04/intervista-con-abraham-melzer-sulla.html