Fiori nei cannoni. Non violenza e militarismo nell’Italia del Novecento
Negli ultimi anni l’alternativa radicale tra guerra e pace, come risposta ai problemi degli equilibri geopolitici, dei conflitti etnici, sociali, persino culturali è tornata drammaticamente di attualità. «Pacifismo», «antimilitarismo», «nonviolenza» sono espressioni abusate, ma una riflessione attenta sulla dimensione storica da cui provengono e sul ruolo che la teoria e la prassi non violente hanno avuto nella storia italiana dal dopoguerra ad oggi, è molto più rara. L’analisi qui proposta colma un vuoto, fornendo una lettura critica delle trasformazioni sociali, politiche ed economiche che fanno da sfondo all’evoluzione dell’idea pacifista nella politica italiana: gli anni della ricostruzione con le pesanti eredità morali lasciate dal conflitto mondiale, la guerra fredda e l’avvento del terrore atomico, il miracolo economico, la contestazione giovanile e la protesta contro la guerra del Vietnam. In questo percorso è evidente che la mutazione dei movimenti pacifisti accompagna e si nutre della trasformazione stessa del paese. Mentre nella società italiana si registra una sempre maggiore invadenza delle istituzioni militari, da parte di nonviolenti e antimilitaristi si procede a una rimodulazione del concetto stesso di patria e a una differente considerazione dei suoi simboli, delle sue feste e degli elementi della sua identità. La radicale politicizzazione di gran parte della gioventù italiana nella seconda metà degli anni sessanta e l’inizio della stagione del terrore con la strage di piazza Fontana modificano ulteriormente la percezione sociale delle idee nonviolente e dell’utopia pacifista. Questi sono soltanto alcuni dei percorsi seguiti nelle pagine del libro, in cui si incontrano personaggi carismatici come Aldo Capitini, don Milani, Danilo Dolci, ma anche donne e uomini sconosciuti ai più, che con le loro scelte hanno scritto un capitolo importante di quella che è stata la storia dell’impegno civile nel nostro paese.
Amoreno Martellini insegna Storia contemporanea all’Università di Urbino. Fa parte del coordinamento scientifico delle riviste «Storia e problemi contemporanei» e «Proposte e ricerche». Si è occupato a lungo di storia dell’emigrazione, pubblicando saggi e monografie in Italia e all’estero, e ha partecipato con due saggi alla Storia dell’emigrazione italiana pubblicata da Donzelli.