Enrico Geiler di Imparalavita – strategie di attivismo filo-palestinese
Di Milena Rampoldi, ProMosaik. Qui di seguito la mia intervista con Enrico Geiler, attivista filo-palestinese in Ticino. Abbiamo parlato della sua vita come attivista, dell’hasbara, e soprattutto di come sostenere Palestina oggi attraverso iniziative positive che trasmettano un segnale anti-sionista e socialista molto forte. Ulteriori informazioni le trovate sul sito di Imparalavita con presentazioni scaricabili in cinque lingue. Le immagini che ritrovate sotto sono tratte dalla presentazione powerpoint scaricabile dal sito, molto utile soprattutto come ausilio pedagogico nelle scuole.
Ci parli del Suo interesse per la Palestina.
Tutto è incominciato con la guerra del 1956. Mio padre socialista teneva la parte a Israele considerato allora un paese “socialista”. Nel 1967 ero a Ginevra per lavoro e studio e ho assistito a un intensissimo subbuglio (riunioni, dibattiti, bancherelle, canti e balli, ecc.) degli studenti arabi e di quelli israeliani. Non ci capivo niente ma tenevo la parte a Israele. Poi venne la guerra dei 6 giorni, vissuta come festa dagli israeliani e come catastrofe dagli arabi. Allora volli saperne di più e comperai dei libri che mi aprirono gli occhi e capii che in Palestina era stata commessa un’enorme ingiustizia. Da quel momento mi impegnai per far conoscere questa immane ingiustizia. Rientrato in Ticino mi avvicinai all’Associazione Svizzera Palestina di cui divenni membro verso il 1980. Capii immediatamente che per presentare con efficacia la situazione esistente in Palestina occorreva una documentazione chiara facilmente comprensibile. Dopo aver scritto una prima versione della storia della Palestina in formato testo, elaborai la storia della Palestina in forma di una presentazione PowerPoint, tutta in immagini commentate. Successivamente ne feci due versioni: una corta utilizzabile come conferenza sulla Palestina e una lunga più dettagliata. A questi documenti aggiunsi in seguito una presentazione concernente Gaza e Il Muro. Inventai pure una metafora che permette di capire in modo semplice quanto è successo in Palestina. Dall’anno 2000 incominciai a distribuire dei CD su cui avevo copiato tutti i documenti elaborati da me e molti altri ancora che avevo scaricato da Internet. Pure continuai a migliorare e a aggiornare le mie presentazioni. In seguito tradussi le presentazioni e alcuni documenti in Francese, tedesco, inglese e spagnolo, inoltre iniziai a spedire il CD in tutto il mondo. Nel frattempo entrai nel comitato centrale dell’ASP. Nell’anno 2015 circa aprii il sito www.imparalavita.ch da dove è possibile scaricare tutte le presentazioni e i documenti. Nel 2013 e 2015 (Tunisi) e 2016 (Montreal) partecipai al Forum sociale mondiale dove ogni volta distribuii circa 2000 tra CD e volantini del sito. In totale ho distribuito circa 20’000 CD mentre il sito è stato visitato circa 8’500 volte.
A tutto quanto suesposto ho però sempre abbinato un’attività di divulgazione politica il cui pezzo forte è una presentazione PowerPoint che illustra “Il sistema economico attuale e le alternative”, pure reperibile in 6 lingue sul sito www.imparalavita.ch. Tutto questo è completato da molti altri documenti socio-politici semplici e didattici elaborati dal me: sociologia, marketing politico, psicologia sociale, ecc.
In generale direi che l’interesse per la Palestina è da ricondurre a una generica voglia di giustizia globale (secondo Che Guevara il rivoluzionario soffre per ogni ingiustizia che avvenga in qualsiasi parte del mondo), per cui seguo anche altre realtà come il Sahara occidentale, il Ciapas, il Kurdistan, Il Rowana, ecc. ecc. Tuttavia l’interesse maggiore è per la Palestina che ritengo un conflitto “strategico”. Da notare che tutte le mie iniziative le ho finanziate personalmente con mezzi propri.
A volte il mio lavoro è sottovalutato o persino osteggiato da altri sostenitori della Palestina e persino da amici politici che vorrebbero che venissero privilegiate le loro opere o la loro attività o la loro strategia. Alcuni intellettuali, anche palestinesi privilegiano invece la via pacifista e puntano per esempio sulla poesia, sulla musica, sulla letteratura e le arti, sulla narrativa anche a livello di pubblicazioni e cortometraggi, sulla vendita di prodotti palestinesi, ecc.
Quali sono gli obiettivi della Sua iniziativa?
Far conoscere la tragedia palestinese e relative ingiustizie al maggior numero di persone e istituzioni affinchè concorrano a far cambiare le cose. Promuovere la verità, la pace e la giustizia. Combattere il razzismo, il sionismo e ogni estremismo.
Politicamente l’obiettivo è quello di divulgare il socialismo.
Come possiamo oggi sostenere la causa palestinese a partire dall’Europa?
A livello personale si può partecipare ai gruppi che si occupano di questo tema: associazioni, movimento BDS, sostegno alle organizzazioni e ONG, padrinati o semplicemente tenendosi informati e informando gli altri.
A livello di organizzazioni si può intervenire sul posto con aiuti mirati, fare informazione e propaganda, divulgazione e attività / eventi concernenti la Palestina. Classico è il movimento BDS che ora è attivo a livello mondiale. Un classico sono le conferenze nelle scuole, presso i partiti politici, presso i sindacati, ecc. Fare opera di lobbing presso le autorità a favore della Palestina, per esempio per sollecitare aiuti pubblici, sollecitare il riconoscimento dello Stato di Palestina, sollecitare il sostegno presso le grandi organizzazioni internazionali come l’ONU e i tribunali internazionali, chiedere l’esclusione o l’etichettatura dei prodotti delle colonie o di tutto quanto viene da Israele, opporsi alla vendita e all’acquisto di armi per e da Israele, ecc.
A livello di Stati si può far pressione sul governo israeliano affinchè termini l’occupazione della Palestina, affinchè Israele rispetti i trattati/convenzioni internazionali, affinchè Israele lasci operare le ONG, affinchè Israele rilasci i prigionieri palestinesi, eviti le demolizioni, permetta il rientro dei profughi palestinesi, ecc. ecc. Si può chiedere che lo Stato non comperi o venda armi da e a Israele, che i cittadini emigrati in Israele vengano richiamati in patria, ecc. Lo Stato può sollecitare maggiormente l’ONU e le sue agenzie ad intervenire a favore della Palestina.
A livello di EU si può chiedere che venga interrotta ogni collaborazione militare e di intelligence con Israele, che i prodotti e servizi Israeliani siano limitati o perlomeno etichettati dovutamente, che Israele sia trattato senza privilegi come ogni altro paese extraeuropeo; si può far pressione sugli USA e NATO affinchè limitino il loro sostegno a Israele, si possono attivare le corti di giustizia internazionali con denunce circostanziate, ecc. L’EU deve mettere Israele sotto accusa quando distrugge infrastrutture palestinesi finanziate dall’EU, dall’ONU o da ONG europee.
Come lavora l’hasbara in Svizzera e quali sono le strategie migliori per contrastarla?
L’Hasbara è portata avanti da varie organizzazioni filoisraeliane e dallo Stato di Israele tramite soprattutto l’ambasciata.
In particolare l’ambasciata sostiene e finanzia le associazioni Svizzera-Israele + iniziative varie che così disponendo di mezzi importanti possono operare alla grande. Per esempio prossimamente a Basilea organizzeranno grandi manifestazioni per celebrare il 120.mo anniversario del 1. Congresso sionista con la presenza di Netanyahu. Vengono anche organizzate delle visite guidate in Israele con relativo indottrinamento. Altre iniziative sono grandi assemblee, riunioni, manifestazioni e celebrazioni (per esempio l’Israel day) con invito alle autorità, ecc. L’antisemitismo e l’olocausto vengono ribaditi e/o commemorati fino alla noia. La storia di Israele viene raccontata anche mediante falsi storici in modo da presentare Israele come vittima che deve lottare continuamente per la sua sopravvivenza, come unico paese democratico del MO, ecc. e presenta i palestinesi come terroristi incapaci di autogovernarsi, ecc. Israele cura enormemente i contatti a livello diplomatico, anche per poter vendere i suoi armamenti, inoltre opera un forte lobbing (per esempio invito in Israele di parlamentari, militari, uomini d’affari, ecc.) per ottenere sostegno a tutti i livelli o per varare leggi che penalizzano le organizzazioni filopalestinesi. Per esempio i filoisraeliani brigano per rendere illegale l’attività del BDS dichiarato discriminatorio o per togliere il contributo finanziario statale a iniziative e ONG che sostengono il BDS o che lavorano a favore del popolo palestinese.
Probabilmente gli avversari vengono sorvegliati e schedati e a molti di loro viene impedito l’ingresso in Israele. Su internet vengono hakerati i siti filopalestinesi e cancellati gli interventi filopalestinesi su FB. Esternazioni o pubblicità esplicitamente antiisraeliana vengono denunciati come antisemiti. Le organizzazioni filoisraeliane intervengono presso le Autorità per sollecitarle a revocare la concessione delle sale per le conferenze e/o esposizioni dei filopalestinesi, per ottenere che le conferenze dei filopalestinesi nelle scuole vengano espletate in regime di contradditorio, ecc.
Contrastare l’hasbara è difficile perché opera su canali diversi da quelli delle associazioni filopalestinesi e perchè dispone di mezzi importanti riconducibili al sostegno da parte dello Stato di Israele e dei suoi servizi di propaganda.
Per esempio nel parlamento svizzero i sostenitori di Israele sono circa 50 mentre i sostenitori della causa palestinese sono solo una mezza dozzina. Inoltre l’appoggio statale (sia di Israele che della Svizzera) per i sostenitori di Israele è determinante. Ovviamente le organizzazioni filo-israeliane tentano in tutti i modi di coinvolgere la comunità ebraica locale.
Per contrastare l’Hasbara è necessario raggruppare le forze filopalestinesi che ora in Svizzera sono ripartite in una quindicina di organizzazioni (anche ONG) e movimenti. Un coordinamento è attualmente in atto per quel che concerne il BDS. Ogni tanto si fa qualche azione in comune (manifestazioni, conferenze, seminari, ecc.).
In futuro la coordinazione dovrà essere più efficiente, per esempio con una pubblicazione periodica comune. Ovviamente per la propaganda filopalestinese articoli, annunci, manifesti, ecc. sono indispensabili, anche se la limitatezza dei mezzi a disposizione crea qualche problema. Da notare che i movimenti filopalestinesi si basano soprattutto sul volontariato di persone private con tutti i limiti che questo comporta. le organizzazioni filopalestinesi dovrebbero offrire e tenere più spesso conferenze sulla Palestina nelle scuole, presso i sindacati, i partiti politici, ecc. In questo contesto la situazione attuale è assolutamente insufficiente e parecchie persone filopalestinesi che vanno nelle scuole/atenei o che tengono conferenze sono assolutamente impreparate ma mai lo ammetterebbero. Le esposizioni di fotografie (le foto di Activestill per esempio) sono impressionanti ma assolutamente inadeguate/non contestualizzate e non permettono al grande pubblico di capire la problematica nel suo assieme. Purtroppo nel movimento filopalestinese c’è molto dilettantismo e persino incompetenza e parecchia voglia di protagonismo, il che crea antagonismi e rivalità che indeboliscono le iniziative. Per esempio alcuni filopalestinesi credono che vendere l’olio d’oliva o oggetti di artigianato palestinese (anche se questa vendita permette di raccogliere fondi per far vivere qualche palestinese) sia più importante dell’insegnamento /propaganda /divulgazione della storia della Palestina. Ritengo perciò indispensabile che le persone al fronte siano istruite e documentate affinchè siano in grado di “far passare il messaggio” in modo preciso, chiaro e didattico. Visto come è organizzata l’hasbara, ormai la sola militanza non basta più ma occorre professionalizzare e orientare con precisi obiettivi l’attività dei filopalestinesi. Propongo che tutti siano in possesso del CD con la Storia della Palestina in immagini e che si organizzi dei seminari per studiare la storia della Palestina partendo dalle mie presentazioni (si fa qualcosa così in Italia) e imparare il marketing politico (vedi il sito www.imparalavita.ch).
È importante anche la pressione sui massmedia, enti pubblici, scuole, ecc. sia intensificata affinchè si parli della problematica spesso e in modo obiettivo. Purtroppo i filoisraeliani da parte loro fanno vieppiù pressione affinchè non si parli di Palestina (per esempio con nuove leggi antidiscriminazione) o che ci sia sempre un contradditorio mediante il quale loro possono contrastare o persino annullare il messaggio fornendo informazioni false, falsi storici, negando i fatti, ecc. che poi lasciano lo spettatore ignaro nel dubbio.
Quali sono le attività principali per promuovere la solidarietà per la Palestina?
Vedi: “Dare e ricevere – manualetto pratico per il compagno propagandista”,
reperibile sul sito www.imparalavita.ch
A livello del singolo militante occorre documentarsi e partecipare alle attività di una organizzazione, come appunto suggerito nel manualetto pratico di cui sopra. Attivarsi e fare propaganda.
A livello di organizzazione occorre creare tanti eventi (serate, film, distribuzione di documentazione, manifestazioni, esposizioni, incontri, dibattiti, tavole rotonde, formazione, ecc.). Offrire alle scuole, partiti politici, sindacati, gruppi di formazione, ecc. di tenere una conferenza sulla Palestina.
Pubblicare interventi sui massmedia. Invitare personalità straniere conosciute, per esempio Ilan pappe e/o personalità palestinesi.
Organizzare padrinati per i bambini palestinesi.
Vendere i prodotti dei palestinesi.
Diffondere – vendere libri e altri documenti concernenti la Palestina.
Diffondere e praticare il BDS.
Visitare la Palestina e il popolo palestinese.
Lavoro di lobbing nei confronti dei parlamentari svizzeri, per esempio per promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Sottoscrivere le petizioni e le iniziative concernenti la Palestina e/o i popoli oppressi.
Che cosa avete raggiunto con il vostro gruppo fino ad oggi? E quali sono gli obiettivi futuri?
L’obiettivo principale raggiunto è stato di portare a conoscenza del grande pubblico, dei massmedia e delle autorità “il caso Palestina”. Prima del 1967 poche persone erano al corrente della situazione e delle origini del conflitto israelo-palestinese. A Zurigo il gruppo ha dato vita a Café Palestine che una volta al mese organizza una serata con conferenza e cena palestinese. Sono pure state implementate varie collaborazioni con altri gruppi. Sono pure stati implementati un sito internet dell’ASP, inoltre siamo presenti su FB. La storia della Palestina in immagini e altri documenti è pure visibile / scaricabile dal sito www.imparalavita.ch.
L’ASP è conosciuta a livello nazionale e spesso i suoi membri vengono invitati come relatori. Sono pure stati implementate delle collaborazioni concernenti i padrinati e vari progetti in Palestina nonché molti eventi comuni in Svizzera. Sono pure state invitate in Svizzera molteplici personalità straniere conosciute internazionalmente e vari parlamentari palestinesi.
In futuro si dovrà cooperare ancora di più con le altre organizzazioni sia svizzere che estere, per esempio nel campo del BDS, per organizzare eventi, manifestazioni, per sensibilizzare i parlamentari a Berna, ecc. Si dovrà produrre e distribuire materiale informativo, lanciare iniziative, fare propaganda con tutti i mezzi a disposizione, coinvolgere i massmedia, ecc.
Gli obiettivi principali sono : la fine dell’occupazione, il riconoscimento dello Stato di Palestina (soluzione uno o due Stati, ONU, ecc.) e dei diritti del popolo palestinese, il ritorno dei profughi palestinesi alle loro case, una giusta pace in Palestina.
https://promosaik.blogspot.com.tr/2017/03/enrico-geiler-di-imparalavita-strategie.html