Dr. phil. Milena Rampoldi: Considerazioni su Karl Löwith, Vita ed opere
Secondo Löwith, il sommo filosofo tedesco G.F.W. Hegel rappresenta la morte della filosofia occidentale, in quanto identificando ragione e spirito elimina qualsiasi possibilità di sviluppo ulteriore del pensiero e della riflessione filosofica.
Per ricominciare a fare filosofia si deve riconoscere questa morte della filosofia, ripartendo da zero, un itinerario percorso dal grande Nietzsche che secondo Löwith non avrebbe fallito perché incapace, ma perché il suo obiettivo era troppo elevato. Il nostro filosofo trova dunque la soluzione del problema nell’accettazione delle contraddizioni, senza pretendere di sintetizzare tutto.
Un altro aspetto importante nel pensiero di Löwith consiste nella sua critica al grande maestro Martin Heidegger che accusa di essere un vero nazista. Per Löwith il nazismo di Heidegger non sarebbe affatto un semplice incidente di percorso, ma dipenderebbe dall’impianto stesso della sua filosofia.
Positivamente invece va valutato il rapporto di Löwith con Burckhardt. L’aspetto che Löwith fa suo riguarda l’approccio antropocentrico alla filosofia. Per Burckhardt l’uomo sopporta e agisce nella storia. In questo collegamento tra dolore e azione, un aspetto che si ritrova anche nel grande teologo Overbeck, Löwith ritrova la sua filosofia di vita all’insegna della ponderatezza.
La vita umana per Löwith significa un essere-con. L’essere umano vive relazionandosi con un altro, con un TU. In questo consiste l’essenza della vita umana, un aspetto che rivaluta la persona nella sua individualità e anche la sua azione nella storia, senza cadere nello storicismo e nella svalutazione hegeliana dell’individualità.
Nel primo capitolo l’autrice ricostruisce la vita di Löwith in Germania e in esilio, concentrandosi particolarmente sul rapporto di Löwith con la filosofia zen giapponese, per poi analizzare nel seguente capitolo le opere antropologiche dell’autore, le sue opere sulla critica della storia, il capolavoro Von Hegel zu Nietzsche, inserendo dunque una parentesi sull’opera Gott, Mensch und Welt.
Nel terzo ed ultimo capitolo la Dr. Rampoldi affronta poi il rapporto di Löwith con i tre grandi filosofi Martin Heidegger, Friedrich Nietzsche e Jacob Burckhardt, un itinerario interessante da ripercorrere oggi per ritrovare la ponderatezza e la visione stoica della vita tanto necessarie nella nostra epoca per non cadere nei due opposti dello storicismo e dell’individualismo esasperato simile a quello di Max Stirner nella sua opera a circolo chiuso Der Einzige und sein Eigentum.
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