SÎNZIANA POPESCU – letteratura per bambini

di Sara Salone, ProMosaik e.V. – Una bellissima intervista con Sinziana Popescu, una scrittrice romena, un’altra tappa di letteratura romena da far conoscere in Italia. Per ProMosaik e.V. la letteratura rappresenta un mezzo essenziale per favorire il dialogo interculturale tra Italia e Romania.  

Nata il 25 gennaio 1972 a Târgu Mureş, in Romania, Sînziana Popescu è una romanziera e autrice di teatro per bambini e ragazzi.  Debutta in letteratura già negli anni dell’università con uno spettacolo televisivo. Dopo la laurea in Medicina e Farmacia lavora per lo più come giornalista per riviste scientifiche. Parallelamente continua a scrivere pezzi teatrali per bambini, vincendo i primi premi ai concorsi promossi dal Ministero della Cultura, da Radiodiffusione Romena, dal Teatro “Gulliver” di Galaţi e dal Teatro “Ion Creangă” di Bucarest.

 
Dal 2002 partecipa alla realizzazione di diversi programmi televisivi per Prima TV, Pro TV e Acasa TV.
Della produzione teatrale ricordiamo i pregevoli e premiati testi
Viaţa ca o poveste o Minune(“Una vita da fiaba” o “Meraviglia”), Alunecnd într-o prună (“Scivolare su una prugna”), Iubirea unui iceberg(“L’amore di un iceberg”),Domnul de ciocolată (“L’uomo di cioccolata”) e Cînd jucăriile spun pa (“Quando i giocattoli fanno ciao”).
Nell’agosto 2008 Popescu pubblica con la casa editrice Mediamorphosis il primo volume della serie Andilandi, Călătoria lui Vlad în Celălalt Tărâm (“Il viaggio di Vlad nel Mondo-di-là), un fantasy per bambini e ragazzi i cui personaggi principali sono le figure più importanti della mitologia romena: Fate, Draghi, Vampiri, Stregoni, Musocani, Giganti, Cavalli parlanti…
Nell’ottobre dello stesso anno lancia la raccolta di pezzi teatrali per bambini Teatru pentru prichindei, mari, mici și mititei (“Teatro per bambini, grandi, piccoli e piccini”).
 
Negli anni 2009 e 2010 completa la trilogia Andilandi con i volumi Aventura gemenilor dincolo Poiana Vie (“L’avventura dei gemelli nella Radura Vivente”) e Drumul Anei prin Valea Plîngerii (“Il viaggio di Anna nella Valle del Pianto”).
Nel 2014 Popescu varca i confini nazionali: la raccolta “Teatro per bambini” viene tradotta in inglese, il racconto Maşinuţa Curcubeu (“La macchinina Arcobaleno”) è tradotto nelle versioni bilingui romeno-svedese e romeno-ceco, mentre nel 2015 esce la traduzione italiana del romanzo Andilandi – Il viaggio di Vlad nel Mondo-di-là.
 
 
Sara Salone: Come hai cominciato a scrivere e come mai proprio per i bambini?
Sînziana Popescu: Ho cominciato a scrivere seriamente abbastanza tardi, verso i vent’anni, forse perché ad un certo punto ho capito che il semplice raccontare non era sufficiente per costruire qualcosa che durasse nel tempo. Secondo me, anche se certe storie possono segnarci per la vita, possiamo dimenticarcene con altrettanta facilità, se non le conserviamo nelle pagine di un libro, in un disegno o in una pièce teatrale. Ho iniziato a scrivere per questo, perché volevo lasciare una traccia del mio passaggio nel mondo. Perché scrivo per i bambini? Non ho deciso di scrivere per un pubblico in particolare, è successo per caso. Inoltre non credo all’etichetta „letteratura per bambini”.Per me è solo letteratura. Tutto qui.
SS: Cosa ti ispira?
SP: I bambini. A volte nemmeno interagisco con loro. Mi basta guardarli mentre giocano ed ecco che i personaggi arrivano da sé, scorgo con gli occhi della mente luoghi, volti, avvenimenti. È la fase più bella: nulla è certo, ma la storia prende lentamente forma. Amo molto anche leggere i libri per bambini, sono sicura che se non leggessi almeno un centinaio di libri buoni, non sarei in grado di scriverne uno accettabile. Non lo faccio in modo programmato, e nemmeno perché „devo” ma semplicemente perché mi piace. Ho sempre letto libri per bambini, insieme a mio figlio. Ora lui è cresciuto, ma io continuo a leggerli.
 
SS: I tuoi genitori sono stati attori di teatro: credi che questo abbia giocato un ruolo significativo nella tua carriera di scrittrice?
 

SP: I miei genitori non volevano che io diventassi scrittrice, bensì medico; desideravano per me una vita tranquilla, senza preoccupazioni, suppongo. Credo che mia madre sia ancora arrabbiata con me, poiché ho rinunciato alla medicina per la scrittura. E questo non mi è stato di aiuto. Certo, potrei dire che, essendo io perseverante di natura, proprio il fatto che i miei genitori si siano opposti mi ha permesso di riuscire, ma molte volte non posso non pensare a dove sarei adesso se loro mi avessero sostenuta. In ogni caso, essere cresciuta in teatro, averli visti recitare, il fatto che i primi scritti con cui io sia mai entrata in contatto fossero delle pièce teatrali, sparse per tutta la casa, ecco, tutte queste cose mi sono state di grande aiuto.

SS: Cosa significa per te dialogo interculturale e qual è il ruolo della traduzione in questo ambito?

 

SP: Credo che per un libro scritto in lingua romena, ovvero una lingua meravigliosa, ma quasi sconosciuta, la traduzione sia vitale. Noi scrittori romeni siamo prigionieri nella lingua in cui scriviamo, e senza l’aiuto di un traduttore competente non abbiamo la possibilità di far conoscere i nostri scritti all’infuori del nostro paese, né di accedere ad altri libri. E sarebbe davvero un peccato, perché abbiamo molto da dire.

 
SS: Credi che la letteratura possa aiutarci a costruire dialoghi di pace?
SP: Credo che anche un libro per bambini possa, a modo suo, operare per la pace. Il caso vuole che alcune settimane fa, alla Fiera del Libro diGöteborg, alla quale sono stata invitata, io abbia conosciuto due autori ucraini di libri per bambini che mi hanno presentato il loro ultimo lavoro, che parla proprio di questo: di una guerra apparsa dal nulla che ha distrutto quasi tutto. La storia era, di fatto, un manifesto contro la guerra sotto forma di libro per bambini. Sembra una cosa da poco, lo so. Qualcuno tra i lettori, più cinico, potrebbero obiettare che di certo quegli autori non possono fermare la guerra nel loro paese con un semplice libro per bambini, ma io credo che tentare non costi nulla. E che il battito d’ali di una farfalla possa provocare una tempesta in Francia. Chissà che cambiamenti si produrranno nella mente dei loro piccoli lettori: fra qualche anno dovranno prendere le giuste decisioni in merito a situazioni simili a quelle di oggi, in cui i loro genitori e nonni non hanno potuto fare ciò che era necessario.
 
SS: Cosa pensi del panorama culturale nella Romania di oggi?
SP: Se devo fare riferimento esclusivamente alla letteratura romena contemporanea per bambini, temo che la situazione non sia affatto rosea per noi, pochi autori in Romania che al giorno d’oggi ancora scrivono per i bambini. Come mai? Perché il nostro mercato è orientato per il 90% verso le traduzioni. Perché, essendo un mercato piccolo, instabile, le case editrici puntano sui classici e sui best-seller, e sono molto poco disposte a rischiare con gli autori romeni. Perché esistono troppi tabù e abbiamo molti problemi con la distribuzione di libri e riviste e, allo stesso tempo, con il potere d’acquisto. I problemi relativi al mercato romeno sarebbero molti, di certo conseguenti all’instabile clima socio-economico in cui viviamo; io stessa spero che nei prossimi anni se ne possa risolvere anche solo una piccola parte. Tuttavia posso dire che alla Fiera del Libro di Göteborg ho scoperto, con mia gran sorpresa, che la maggior parte dei libri proposti dalle case editrici svedesi portavano la firma di autori svedesi contemporanei, sebbene l’offerta editoriale fosse molto vasta. Vorrei perciò concludere dicendo che mi piacerebbe molto che i programmi editoriali funzionassero così anche da noi: una maggior attenzione riservata agli autori romeni contemporanei, poiché adottare i best-seller del mercato anglosassone non ci porterà alla pari con gli altri. Il “trend” è un altro.

 
 
 

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