La pace dei bimbi

la pace dei bimbi promosaik

 

 

Il sole non dimentica nessun villaggio

(proverbio africano)

 

 

Progetto “la PACE dei BIMBI”

Vedi: https://www.facebook.com/chiodoantonietta/

 

 

La PACE dei BIMBI è un progetto sociale ambizioso e affascinante che si è posto come obiettivo quello di realizzare un libro interamente scritto dai bambini palestinesi che vivono nei campi profughi e nei villaggi sotto occupazione militare. In queste zone le incursioni armate sono all’ordine del giorno e i bambini convivono e crescono con lo stato di guerra perenne, con la paura e con il ricordo indelebile di un familiare o di un compagno di scuola morti per mano violenta.

 

In questi ultimi mesi sono sempre maggiori gli arresti anche per brevi tempi a danno di bambini di età compresa tra i 12 ed i 17 anni, come accade quasi quotidianamente nel villaggio di Toqua Baladia, alle porte di Betlemme, una zona isolata e non ben vista dal resto della comunità che risiede nelle grandi città, perché i bambini Shebab, quindi soprannominati lanciatori di pietre per molti sono la causa delle aggressioni dei militari israeliani. Nonostante ciò, questa condizione deplorevole non è ancora riuscita a togliere loro il sorriso né a scalfire le loro utopie e i loro sogni, nella speranza di poter vivere un futuro diverso in cui la quotidianità sia fatta di silenzio, di giochi, di salti e di abbracci.

 

E’ questa ingegnosità e genuinità che voglio cogliere. E’ questa loro inesauribile speranza che voglio racchiudere in un libro “la PACE dei BIMBI” e nella raccolta dei loro disegni e del loro mondo interiore, è della loro luce che voglio nutrirmi e questo nutrimento intendo veicolarlo al resto del mondo affinché possa identificarne l’essenza dell’esistere.

 

Chi sono?

 

antonietta chiodo foto ragazzi promosaik 

 

 

Antonietta Chiodo nasce a Roma il 2 aprile 1976. Cresciuta a Milano, nel 2003 si trasferisce a Torino dando vita ad una collaborazione editoriale con il Gruppo Abele attraverso le testate giornalistiche di Narcomafie, Animazione Sociale e la Cooperazione Internazionale, collaborando inoltre allo sviluppo di 3 mini libri grazie alla collaborazione di un equipe di psicologi e mediatori culturali su Burkina Faso e Marocco denunciando le detenzioni carcerarie dei minori e gli stati di abbandono delle popolazioni colpite dall’ AIDS. I mini libri vennero distribuiti ben presto all’interno del parlamento europeo di Bruxelles venendo così applauditi dai parlamentari di tutti gli stati appartenenti.

Continua così il lavoro di ricerca con associazioni legate alla tutela dei minori e delle donne rifugiate in Italia, collaborando alla stesura di un libro della studiosa italo turca Milena Rampoldi, in Istanbul, intervistando donne provenienti da zone del nord Africa vittime di infibulazioni genitali femminili. Continua a scrivere articoli per il quotidiano turco ProMosaik, sui diritti umani in Palestina e Medio Oriente.

Nel 2011 parte per 2 mesi in Siria, Aleppo, al fianco della popolazione colpita dalla guerra con attivisti e dottori europei volontari. Tra il 2012 ed il 2013 si trasferisce in Brasile per per la tutela e la formazione culturale dei bambini delle Favelas. Alcuni mesi tracciarono una strada importante e faticosa, riuscendo nell’ intento di consegnare aiuti umanitari alle popolazioni indigene dell’Amazzonia. Dal 2013 Antonietta continua il suo lavoro di reporter e ricercatrice, avendo ad oggi all’attivo centinaia di articoli ed interviste per Pressenza- International Press Agency e Promosaik e collabora tutt’oggi anche con l’agenzia di stampa Social News.

Tra il 2014 e il 2015 segue gli sbarchi dei profughi direttamente sui moli italiani della Calabria grazie alla collaborazione con croce Rossa italiana e i militari della marina militare facenti parte di Frontex. Segue come prima causa le sparizioni dei bambini non accompagnati creando così articoli di denuncia con dati importanti, i quali in seguito vennero riutilizzati e divulgati anche al congresso del partito socialista italiano nel luglio 2016, con l’ utopica speranza di poter sensibilizzare la classe politica europea. 

Tra Settembre ed Ottobre 2016 risiede in un campo profughi in Palestina accanto alle popolazioni svantaggiate, aprendo così ponti di comunicazione con le donne sotto la legge della Shari’ah, scrivendo articoli di indagine contro lo sfruttamento e la negazione dei diritti umani e della sanità negata ai profughi palestinesi, dal marzo 2017 Antonietta inizia la sua collaborazione giornalistica come reporter in territorio palestinese per l’agenzia di stampa Social News. Il Progetto “La Pace dei Bimbi”  la vedrà impegnata nei mesi da Aprile a Luglio 2017 nei campi profughi più a rischio della zona nella West Bank palestinese, partendo da Toqua Baladia sino a Jenin, un progetto che vedrà una collaborazione attiva insieme ai bambini cresciuti sotto l’occupazione israeliana, insegnanti e fotoreporter dei territori.

 

Quando e dove?

 

A partire dal mese di aprile2017 mi recherò in Palestina e vi soggiornerò per tre mesi con l’intento di viaggiare all’interno del paese e portare avanti la mia idea progettuale “la PACE dei BIMBI”. Mi muoverò con prudenza e rispetto per le culture che rappresentano i suddetti luoghi e all’interno di diversi campi profughi nelle zone di Ramallah, Betlemme, Jerico, Nablus e Jenin.

 

Perché?

Guardandomi dentro rispondere al perché si decida di avventurarsi in luoghi così pericolosi e insicuri sembra scontato e evidente, ma non basta e, anzi, bisogna assolutamente esteriorizzare. E’ altresì scontato pensare alla Palestina come una terra costretta a vivere nella precarietà, nella violenza, nel sopruso e nella negazione di ogni diritto fondamentale. Ebbene io vorrei contribuire con le mie energie e la mia volontà a sgretolare il muro mentale delle nazioni del pianeta e soprattutto dei suoi governanti affinché si possa fuoriuscire dalle sabbie mobili e da quell’immobilismo manovrato che ormai da decenni penalizza e uccide la vita in quella terra. Lo voglio fare dando voce e spazio ai bambini, alle loro intelligenze e alle loro sensibilità, per mostrargli che un altro futuro è possibile come uscito dai nostri primi incontri, mostrargli che in ognuno di loro potrebbe nascondersi il futuro presidente, fargli comprendere che spesso i sogni sono semplici aspirazioni da realizzare. E’ una maniera differente e spero più efficace di seminare luce nell’oscurità e di aprire i cuori impolverati dell’umanità. Ecco, sì, è quello che mi spinge a mettermi in gioco, a rischiare di persona per la libertà altrui e per dare la possibilità di un respiro a coloro ai quali respirare è stato negato da tempo immemore.

 

Oggi, dopo un mese…

 

E’ passato un mese dal mio arrivo in Palestina, i bambini di Toqua Baladia sono 19, di età compresa tra i 12 ed 15 anni, alcuni di loro hanno già vissuto la drammaticità del carcere anche solo per poche settimane, come azione punitiva da parte dei militari israeliani. Inizialmente ci siamo raccontati, abbiamo cercato di conoscerci e c’è voluto molto tempo prima che si fidassero di me, non è semplice per loro avere di fronte una donna, che lavora, viaggia da sola e dirige un intero progetto. Abbiamo ad oggi, maggio 2017 instaurato un importante rapporto di fiducia con i ragazzi, anche se in certi momenti la lingua puo’ dare l’idea di essere un ostacolo i nostri gesti, i sorrisi ci aiutano a comprenderci giocando e dando così vita a relazioni più profonde di quelle che posso concludersi attraverso le parole.

 

Futuro

Le storie ideate dai ragazzi sono interamente spunti di fantasia, da cui escono facilmente personaggi di militari e momenti di violenza e questo fa comprendere quanto siano segnati all’ interno, nel profondo. Ad oggi sono tre le storie create e da me editate e corrette. Cosa rappresenta il futuro de La pace dei Bimbi un libro tradotto in ben 4 lingue: inglese, tedesco, italiano e arabo dalla dottoressa Milena Rampoldi e dal suo staff. In progetto vi è anche la possibilità di aprire un laboratorio di artigianato nella vecchia Betlemme che consentirà loro la possibilità di avere in mano un futuro o comunque una professione nella manifattura del mosaico, di lampade etc… che al contrario di quello che si pensi la Palestina vanta un elevato numero  di turisti ogni anno. Questo permetterebbe al progetto quindi di autosostenersi in parte, inoltre adiacente al laboratorio di mosaico vi è uno studio che verrà adibito a laboratorio di giornalismo e scrittura, quindi con la futura possibilità di creare altri libri grazie alla collaborazione dello staff di ProMosaik, Turchia, Istambul.

 

Un sincero GRAZIE

Antonietta Chiodo

Email:   chiodoantonietta@gmail.com

Cellulare e whatsapp  +39 328 8424364